La polvere

Cercavo le cuffiette del telefono ed ho scoperto la polvere sotto il letto. Ho preso la scopa e l’ho passata allungandomi sotto il letto. Ho tirato fuori ciocche grigie di polvere, leggere e sottile come fiocchi di lana.  Eppure mi sembrava di averci passato la scopa da poco. Che poco per me può significare mesi. Ho letto da qualche parte che la polvere sotto il letto è la deiezione degli acari. Immagino una popolazione numerosissima di questi piccoli esseri che popola i il mondo sotterraneo del mio letto. Li immagino microscopici, di forma rotondeggiante, ricoperti di un pelo di lanuggine grigio come la polvere che depositano, hanno piedi palmati ed un capoccione tondo come paperotti simpatici dagli occhi grandi e becco lungo e piatto ma al posto delle alucce hanno degli arti sottili che terminano con estremità uncinate che usano per tenersi agganciati al fondo del materasso di giorno, come adesso che sto passando la scopa sul pavimento sottostante. Nottetempo invece, mentre io dormo, si lasciano cadere sul pavimento, si rannicchiano e iniziano a cagare polvere sotto di me. Li immagino così, tutti accovacciati a depositare questi leggeri fiocchi di polvere. Si guardano l’un l’altro e ridono della buffa posizione che assumono impegnati in questa attività notturna, rannicchiati su sé stessi, contriti e divertiti. Poi sgattaiolano via, emettono risatine impercettibili, una specie di ciao e si vanno a nascondere nel materasso. Ma di che si nutrono? Si nutrono di scaglie della mia pelle. I microscopici residui di pelle morta che tutti noi lasciamo depositata nel ricambio vitale della nostra vita sono il pasto dei nostri acari domestici. Chissà che sapore ha la mia pelle? Chissà se ne sanno distinguere il gusto oppure la ingurgitano in maniera acritica. Mi piace pensare che ne distinguano il sapore che inevitabilmente cambia nelle fasi diverse della mia vita. Giorni più aspri, giorni più succosi, mesi aridi, momenti acidi, momenti insapori, giornate dolci, giornate amare. Tutte le giornate diverse che vivo si devono per forza ripercuotere sul sapore della mia pelle. Magari ne discutono. Magari qualcuno fugge disgustato da un sapore troppo intenso o al contrario troppo insipido. Magari si accorgono del sapore esotico di qualche mio ospite che saltuariamente può aver condiviso il mio letto mischiando il gusto della sua pelle con il mio. Forse gli acari ricordano quei giorni per il cambio di menù, magari i più tradizionalisti sono rimasti a digiuno per non cambiare il gusto cui sono abituati. Sarebbe interessante saperlo. Il pensiero di questi esseri che si cibano di me negli ultimi giorni mi ha creato problemi a prender sonno. Mi affaccio sotto al letto nella speranza illusoria di coglierli ma inutilmente. Non so se mi piace l’idea di esser giudicato per il sapore che ho. Ho anche cambiato bagnoschiuma, ora uso un sapone naturale, all’olio di oliva, non vorrei procurare malesseri ai miei coinquilini con sostanze urticanti. L’idea di trasformarmi in polvere grazie a loro però mi inebria. L’idea che la mia vecchia pelle opaca si trasformi grazie al loro metabolismo in leggera lanuggine grigia mi esalta. Mi sembra una meravigliosa scoperta della natura in cui tutto si trasforma. In meglio naturalmente.

Questa voce è stata pubblicata in pensieri, quotidiano, racconto. Contrassegna il permalink.

6 risposte a La polvere

  1. newwhitebear ha detto:

    Beh! la polvere si accumula giorno dopo giorno e gli acari vivono felici nel tuo letto che presumo sia battuto poco.

    "Mi piace"

  2. Pendolante ha detto:

    A tratti ho sorriso, a tratti sono inorridita… l’idea di essere nutrimento per altri esseri viventi è consolatorio ma anche agghiacciante. Credo che stanotte sognero orde di creature con mandibole gigante che puntano a scuoiarmi viva 🙂

    Piace a 1 persona

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.