E’ morto Woody Allen. Lo compiangono amici, parenti e milioni di affezionati spettatori. Dopo una lunga e sofferta agonia si è spento il simpatico regista newyorkese. Il trapasso è avvenuto a Coney Islanda, nell’antico Parco dei divertimenti che ebbe i suoi anni fulgenti nei primi decenni del secolo scorso, ora nostalgica meta di turisti ed abitata da una popolazione piccola e variegata. E’ morto così, non lontano dalla sua amata Manhattan, come avrebbe desiderato, all’ombra di una grande ruota panoramica. Negli ultimi anni aveva mano mano persa la sua particolarissima comicità ebraica, si era attenuata la sua pungente ironia ma quel che più ci addolora era infine scomparso il suo ottimismo sempre ben celato sotto l’umorismo cinico, dietro la battuta surreale magari, ma che sempre ci arrivava. Magari ci arrivava attraverso le sue scene urbane caotiche e poetiche. La città è sempre stato palcoscenico preferito per le sue storie migliori in giro per il mondo: New York, Parigi, Londra, Venezia, etc.. Come ogni comico è morto in maniera drammatica, senza speranza, abbandonata la commedia americana che tanto ha saputo caratterizzare, ha finito i suoi giorni rievocando i drammi americani inizio ‘900. La sua ultima storia è una storia di incomunicabilità, cinque personaggi che soffrono da soli senza riuscire a creare relazioni efficaci tra loro, se non facendosi del male reciprocamente. E pensare che la caratteristica degli intrecci nelle storie di Allen è sempre stata la comunicazione serrata tra i vari personaggi. In questa ultima storia ci dice che l’amore è un geroglifico incomprensibile, che fa compiere cattiverie efferate, che non ci salverà ma ci fa del male. L’alter-ego, sempre presente nelle storie di Allen, qui è un bambino molto problematico, che si rifugia al cinema per fuggire da una realtà di sofferenza, e che darà fuoco allo studio della psicologa che lo ha in cura. C’è anche qualche sospetto sulla morte di Woody, la Procura indaga perché potrebbe essere stato assassinato. Viene infatti indagato Vittorio Storaro, famoso direttore della fotografia che sembra abbia dovuto prendere la conduzione del film quando il vecchio regista non era più in grado di andare avanti da solo, non più in pieno possesso delle sue energie. Ne è venuto fuori un film in un teatro di posa, un dramma che è un’ottima messa in scena teatrale ma che ho qualche dubbio sia ancora cinema. Forse il contributo di Storaro, con il suo linguaggio di luci può essere considerato una benevola eutanasia più che un assassinio. C’è però da dire che l’orazione funebre recitata da una splendida Kate Winslet rimarrà memorabile ed insuperabile. Maestosa, implacabile, sublime, ed inarrestabile procede come un iceberg in mezzo all’oceano contro lo spettatore e l’impatto è terribilmente doloroso. Ci ha saputo sbalordire ed affascinare, sfoderando tutte le sue migliori armi per modulare le mille sfumature di un personaggio femminile complesso che vanno dalla fragile donna di provincia fino ad arrivare a Lady Macbeth, e tutto nello stesso film. Lode a Woody che è morto alla grande.
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Chapeau per la forma della tua recensione. Il film non lo visto, ma lo vedrò. Buone feste
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Bene, allora aspetto il tuo commento dopo che l’avrai visto. Ancora Buone Feste 🙂
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☺️
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Grande questa recensione: gustosissima nella forma e assolutamente condivisibile nella sostanza.
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🙂
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Non voglio leggere non voglio proprio leggere perché la morte di Woody Allen tocca tutta la mia cultura Se così si vuol dire del cinema raffinato che come hai detto tu negli anni forse ha perso un po’ di smalto.
sherabbraccicari
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Sabato scorso (23 dicembre) i rappresentanti del regista hanno confermato che Woody Allen non è morto. “Woody Allen si unisce alla lunga lista di celebrità che sono state vittime di questa bufala. È ancora vivo e vegeto; smettetela di credere in quello che si leggete su Internet”, hanno detto….
Ma allora?
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Brava. Concordo con il tuo commento.
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🙂
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Lunga vita a Woody 🙂
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Assolutamente siii. Mi avevi fatto prendere un ‘coccolone’ (un colpo detto a ‘la romana…
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🙂
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Uhm!?! Prima lo vedo e poi ti dico se sono d’accordo. A me sono sempre piaciuti di più i suoi film drammatici che quelli comici 😉
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Visto e… piaciuto. Un esercizio di stile, una rivisitazione di una certa letteratura americana, un’ambientazione teatrale e tutti i temi cari al regista. Su tutto ciò degli attori di una bravura eccezionale, Winslet e Belushi strepitosi. A me è piaciuto anche se comprendo come possa non piacere.
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Grazie del tuo apporto prezioso 🙂
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Bene …
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BUON NATALE che sia pieno di salute serenità e sincerità.
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Tanti auguri di Buone Feste. Ciao.
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🙂
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buon natale
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Buone Feste a Te 🙂
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grazie e ricambio
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ma te possino!!
🙂
ml
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😉
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😉 grazie
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Per quel che mi riguarda di gran lunga migliore la tua recensione del film. Condivido tutto a esclusione dell’ultima riga.
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Addirittura senza nemmeno una briciola di indulgenza il tuo giudizio sul film, mi pare di capire. Ne prendo atto e grazie di esser passata a trovarmi antica amica. 🙂
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Il film mi è piaciuto, a caldo, ne ho apprezzato i toni big-babol ipersaturati. Poi, però, ho dovuto a malincuore ammettere che se avevo apprezzato questo aspetto e nient’altro, era solo perché nient’altro era quello che restava. Kate Winslet excluded.
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Il mio giudizio risulta un po’ critico ma dovendo dividere i film in belli e brutti, questo rimane un bel film 🙂
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