“Vieni qui a raccontarmi la storiella del piccolo bar all’aeroporto, tu nel silenzio dell’alba, lo so, ora mi parlerai del crepitio delle patatine nella friggitrice. Ma ti conosco, so che questa è una storiella per fottermi, per prendermi come un animale, per cacciarmi in trappola. Louis, non mi freghi, so che giri in tondo per arrivare a dirmi quello per cui sei venuto qui. Non mi importa niente se sei stato all’aeroporto, dell’alba, delle patatine, del tempo che passa e modifica tutto. Non mi interessa nemmeno scoprire se è vera o è falsa questa storia del cazzo. Non devi parlare e non devi aggiungere niente… La gente pensa che uno che non parla è uno che vuole ascoltare. Non è vero, a me non me ne frega un cazzo della gente perciò non parlo.”
Questo uno stralcio di dialogo, o per meglio dire è il monologo rabbioso, isterico, che Antonie, (interpretato da Vincent Cassel), urla al fratello minore Louis (interpretato da Gaspard Uliel) tornato a casa dopo dodici anni di assenza. E’ una storia di fratelli, una storia di famiglia, una storia che sembra voler insegnarci che il tempo non ripara niente, non può che andare avanti e i legami spezzati, le giornate non passate insieme non potranno essere recuperate in nome di un legame di sangue che è solo ricordo per coloro i quali si trovano estranei perché è troppo il tempo non vissuto a separarli. “E’ solo la fine del mondo” è il titolo di questo stupendo film di Xavier Dolan, un dramma in un solo atto di impostazione molto teatrale raccontato tutto con primissimi piani su cui ci si sofferma a lungo oltre i dialoghi a raccontarne i silenzi, con sfocature soggettive, una famiglia che urla in continuazione perché gli egoismi di ognuno urlano per zittire l’altro, non per parlare, come è in tante famiglie. Louis, il secondo dei figli, torna a casa dopo dodici anni di assenza, è diventato un importante drammaturgo ed ora torna per rincontrare i suoi ma sopratutto per comunicare loro una terribile notizia. E’ accolto dalla madre eccitatissima per il ritorno del figliol prodigo (una bella interpretazione di Nathalie Baye), dalla giovane sorella Suzanne (Leya Seydoux), poco più che adolescente che vorrebbe conoscere quel fratello importante con cui non è cresciuta, a cui rimane aggrappata fin dall’interminabile abbraccio iniziale. Poi c’è Antonie, il fratello maggiore, frustrato e rancoroso verso tutti e tutto e sempre sul ciglio di un’esplosione violenta, poi c’è sua moglie Cristine (impeccabile come sempre Marion Cotillard), donna fragile ed imbarazzata, che mostra di percepire più di quanto vuole essere tenuta a risolvere. Tutto si svolge in una unica giornata, poco più del tempo di un pranzo domenicale e quello che dovrebbe essere un rito di riconciliazione si celebra in un clima di continua rissa verbale, nella tensione emotiva di lacerazioni profonde che possono tramutarsi in emorragie incontenibili. Si intravvede in filigrana l’amore che comunque lega i membri di questa famiglia, il loro tenersi stretti è solo nel ricordo delle “nostre domeniche” così come piace definirle alla madre che le celebra in un eterno rituale, quelle giornate di gioia che per ogni famiglia sono appunto quelle domeniche addolcite dal ricordo di quando i figli erano piccoli, i genitori giovani. Ma tutto è sovrastato da un’atmosfera isterica ed assordante nella quale si sviluppano i dialoghi inevitabilmente monchi tra i vari membri della famiglia ed il figlio che sarebbe ritornato per parlare ma è inevitabilmente condannato ad ascoltare. A tratti ritornano ricordi, carrellate di variopinti flash-back al suono fragoroso di musica pop. Tutto è sopra le linee ma ci coinvolge emotivamente perché ci ritroviamo sprazzi di vita personali, la nostra famiglia che non è dissimile dalla famiglia di tutti. E’ una battaglia all’ultimo sangue, il vincitore è il Tempo che inesorabile sancisce l’irreversibilità dei processi di disgregamento fra le relazioni umane. Il regista vuole sancirla con una scena surreale, che avrebbe anche potuto strapparci un sorriso finale ma che invece, coinvolti come siamo nei fatti narrati, ci provoca un groppo in gola e così piangiamo la morte dell’uccellino del cucù che aveva fino a quel momento scandito le ore di quella famiglia.
Può essere che non lo veda mai, ma la bazza della gente silenziosa è una trappola mortale.
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che stranezza: leggendo il monologo iniziale ho pensato ai fratelli Muccino, credevo davvero avresti fantasticato su un loro ipotetico incontro/scontro. 🙂
ml
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Dio me ne scampi! 🙂
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pero’ loro, a quel che ne so, non si discostano molto dal film, rinfacci, invidie, gelosie. S’incontrassero all’aeroporto non arriverebbero a sedersi a tavola indenni 🙂
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Sì, è vero. E’ un’interessante interpretazione del film che ho visto. 🙂
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Ecco, grazie per questa recensione. Perché a me quel film mi ha lasciato un senso di claustrofobia dall’inizio alla fine del film, e va bene che uno dice “ma almeno ti ha generato qualcosa!”, ma evidentemente non era ciò che avevo voglia di sperimentare in quel momento (ma poi: c’è mai davvero un momento in cui si ha voglia di sperimentare la claustrofobia?). Sui film controversi mi piace leggere cosa ci hanno visto gli altri, non metto in dubbio la bravura nel riproporre dinamiche che tutti più o meno abbiamo vissuto e forse è proprio quello il fastidio, ma di fatto sono uscita dal cinema delusa. Forse troppo alte le aspettative dopo il fragoroso Mommy, che mi ha conquistata totalmente.
Ciao!
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Grazie di cuore del tuo commento, è bello confrontarsi con pareri diversi. E’ vero che l’uso estremo dei primi piani e tutta l’ambientazione in una piccola casa dove tutti urlano può dare un senso di claustrofobia. Penso però che era anche un effetto voluto, il ritratto di una famiglia dall’interno deve innescare la voglia di scappare fuori. Questo senso di oppressione veniva spezzato solo dalle scene dei ricordi con musica ad alti volumi e scene colorate. Io non conoscevo questo regista ed il film mi ha risucchiato, forse per questo ho accettato la claustrofobia che produceva, forse a differenza tua, non avevo aspettative particolari. Andrò sicuramente a cercare il film che hai citato. Grazie ancora di esser passata di qui.
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Allora attendo un tuo parere su Mommy! 🙂 Buona giornata.
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Buona giornata a Te 🙂
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Credevo che il folgorante incipit fosse tuo 🙂 Bene hai fatto a riproporlo. Devo dire che la tua (bella, ca va sans dire) recensione mi ha intrigata molto.
Da vedere!
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Alcuni film ti prendono particolarmente, al punto tale che un dialogo ti resta in memoria perché potresti averle dette tu stesso quelle stesse parole. I film che ci intrigano son quelli in cui pare di riconoscersi almeno in qualcosa. Mi piacerebbe tu lo vedessi biondina, ne sapresti cogliere ancora altri aspetti. 🙂
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Sei stato più emozionante tu nella tua interpretazione che il film stesso visto è apprezzato qualche giorno fa.
Solo su una cosa sono in disaccordo ma perché ci sto rimuginando da tempo e cioè che se la vita ci ha insegnato qualcosa il tempo non sancisce le lontananze in modo irrevocabile ma al contrario pur senza condivisione porta ad aprirsi a nuove esperienze o anche semplicemente a un silenzio meno rancoroso alla condivisione di un nuovo cammino.
SheraBuonfinesettimanamicocaro
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Quella sul tempo era il messaggio del film o almeno l’interpretazione che io ne ho tratto. Quella del tempo che separa o unisce, è per me, una questione aperta, in questa fase della mia vita, mi trovavo in sintonia con il punto di vista del film in cui mi son ritrovato per alcuni versi. Poi si sa, si attraversano fasi diverse, il tempo ha anche la capacità di cambiarti. Buona giornata a te amica 🙂
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Un abbbbbraccio umidiccio e grigioloso. Niente giardinaggio perché non invita.
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Un abbraccio è sempre prezioso 🙂
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Eggia’ anche Sally ti scodinzola!
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🙂
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Bella la tua recensione…. senti alla fine di tutto ci sono rimasta male per l’uccellino… na pecche lo ha fatto.morire???
Mo.son curiosa circa.la tragica notizia che doveva dare il figliol prodico…
Sembra ti sia piaciuto… leggendo I commenti pero boh…….
Eh I legami e le dinamiche familiari spesso sono controverse….
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Sì, mi è piaciuto. Mi piace anche ritrovarti qui con la tua simpatia. 🙂
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Io sempre vengo a leggerti, anche se in ritardo!!!
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Grazie. Buona giornata a te 🙂
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Pare originale ma non è lento? Da vedere?
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Non è un film d’azione. Non saprei se consigliartelo, a me è piaciuto.
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Un film che purtroppo non sono riuscito a vedere sul grande schermo, e mi spiace perché avevo anche io intuito che doveva essere da vedere assolutamente. Attendo il dvd o sky per vederlo e per assaporarne ogni momento come è accaduto leggendo il tuo post.
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Aspetto il tuo giudizio allora 🙂
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eccellente recensione
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Grazie 🙂
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venivo a vedere se avevi scritto… no! lascio salutino!
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Grazie, sei gentile a passare.
Buona giornata a te. 🙂
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Analoga situazione familiare è la mia , e ti confermo che niente ripara il tempo se le cattiverie che sono state dette erano per nuocere , fratello o sorella che sia , nuoceranno sempre !
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In ogni famiglia, in ognuna in forma diversa, ci sono incomprensioni, ruggini, che il tempo non fa che aumentare.
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Ehi!!! Ciao. Non scrivi più?🤣
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Già, non riesco più.
Tu invece vai alla grande, Signora del Lago 🙂
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Niente di nuovo?
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la bonaccia è temuta dai marinai più delle tempeste.
Un sorriso per ringraziarti del tuo passaggio. 🙂
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Ronf ronf ronf.
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Notevole e vigoroso, quasi incalzante, questo tuo post. E mi sovviene che il film in questione dovrei averlo scaricato sul mio MySky qualche tempo fa. Potrei sbagliarmi, ma mi hai fatto proprio venire la curiosità di scoprirlo!
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Bellissima recensione! Un film del quale, appena ad una visione, ricordo vivamente alcune scene. Quando parte una canzone in sottofondo, non importa cosa io stia facendo, rivivo le scene del film. Identica cosa per Mommy, che ovviamente devi assolutamente vedere!
Sono quei film che ti tirano un pugno dritto e potente allo stomaco e poi si sedimentano dentro il tuo essere facendoti provare diverse sensazioni ogni volta che ripensi a loro. E’ la magia del cinema. E’ il dono di Dolan!
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Grazie delle belle parole ma sopratutto grazie del tuo apporto alla discussione su un film che hai ben definito: un pugno allo stomaco. Buon Cinema a te. 🙂
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Se sei appassionato di cinema prova a dare un occhio a Letterboxd e…non dimenticarti di guardare Mommy! 😉
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Non conoco Letterboxd, gli darò un’occhiata. Grazie del suggerimento. 🙂
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