L’aveva scopata con dedizione. Era stata una scopata svolta con accuratezza, senza sbavature, come una sonata di Schubert, con la giusta armonia ma anche il ritmo giusto, allegro ma non troppo. A queste considerazioni che andava facendo mentalmente le sue labbra accennarono un sorriso, involontario. Anna, supina, distesa al suo fianco allungò un braccio verso di lui e lo sfiorò appena con le dita su un fianco.
– Ridi ? chiese.
Michele le prese la mano racchiudendola fra le dita intrecciate e si girò su un fianco, rannicchiandosi a guardarla. – No, forse sorrido.
Anna rimaneva immota, supina, con il volto rivolto al soffitto. – Perché sorridi?
La guardava lunga, distesa, la poca luce nella stanza aveva eliminato i colori così che il suo luno corpo disteso gli apparisse come una statua neoclassica, in bianco e nero. Non riusciva a vedere il viso, perché rivolto verso l’alto e perché piccolo ed ovale risultava nascosto dalla voluminosa capigliatura riccia che come una enorme criniera lo racchiudeva. Nel controluce le clavicole si stagliavano iridescenti e fra queste nasceva il suo bel collo lungo disteso tra le chiome. Era tanta in questa prospettiva, lunga ed imponente, le sue poppe un po’ afflosciate navigavano leggermente su e giù nel ritmo lento del respiro condotto dallo sterno che appariva e scompariva fluido come una carena fa in un mare calmo. Le appoggiò la mano sulla pancia, sentì la pelle liscia e leggermente fresca ed indugiò in una carezza fino a fermarsi quando avvertì il solletico dei riccioli ispidi del pube sotto il palmo. Qui prese fonda e sentì il ritorno della sua erezione.
– Non rispondi.
– Mi sembrava banale la risposta, sorrido perché sto bene, qui, ora.
– Ah …
L’aveva vista cupa, uscire dalla sua auto nel vicolo dove si trovavano, poi lei aveva alzato lo sguardo ed aveva sorriso del suo sorriso luminoso, lo aveva baciato sulle labbra prendendogli una mano. Ma gli occhi non brillavano, Michele ci aveva visto dentro la sua giornata stanca ed aveva deciso che doveva essere con dedizione quel pomeriggio, per disintossicarla. L’aveva deciso mentre salivano le scale, mano nella mano, verso la stanza. Forse non era stata una decisione giusta, pensava ora.
– Che hai ? le chiese.
La pausa faceva presupporre una risposta meditata.
– Oggi mi sarebbe piaciuto essere sbattuta selvaggiamente.
Nel finire la frase si era rigirata verso di lui, gli aveva preso la faccia fra le mani e l’aveva suggellata con un bacio sulle labbra, ridendo, per schernire con il gioco una intima verità.
– Bé, possiamo sempre recuperare. Aveva risposto in tono scherzoso d’istinto, suffragato dalla sua erezione che perdurava, ma in realtà era shockato. Capitava spesso che Anna rispondesse a tono ai suoi pensieri piuttosto che alle sue domande e questo lo scombussolava sempre un po’. No, era stata una decisione pessima, non si scopa con dedizione. Dedizione non si coniuga con fare all’amore. Anna aveva risposto a questa sua domanda.
L’abbracciò, ora si tenevano stretti, lei rideva, aveva illuminato i profondi occhi scuri di una luce arguta ed ora lo avrebbe preso in giro, sentiva il suo alito caldo sulla faccia, le sue tette fredde al primo contatto nell’abbraccio. Così gli piaceva, le teneva le mani sulle rotondità del culo mentre lei invece aveva intrecciato le mani dietro il suo collo e si teneva un po’ discosta dal viso per guardarlo, sorridendo ironica.
– Che hai ?
– Mi devo trovare un amante.
– Sono io il suo amante Signora.
– Sì, vabbè … Forse non lo siamo più. Ricordi che ti dissi quando abbiamo iniziato la nostra relazione?
Sbuffò Michele platealmente, sapeva dove voleva andare a parare e lei rideva di gusto del suo disappunto.
La teoria di Anna (che poi non era la sua) era che una relazione extraconiugale non potesse durare più di due anni, poiché era scientificamente provato, diceva, che dopo due anni qualunque passione scema, inesorabilmente dopo questo tempo non si è più amanti nel senso stretto del termine, quindi, se la cosa si protrae il legame si muta ed è come diventare coniugi. Il che evidentemente è eticamente oltre che legalmente inaccettabile, perché significherebbe diventare bigami, quindi non c’è scelta: tali relazioni sono a termine. A Michele non piaceva questa teoria, lo metteva in difficoltà la lucidità ed il sarcasmo con cui Anna gliela riproponeva, non riusciva a comprendere se era per lei un gioco o un modo leggero di porlo di fronte ad una dura realtà che in fondo comprendeva senza volerlo ammettere. Così continuò la schermaglia fra i due, Michele che cercava di confutare la teoria, Anna a difenderla, ovviamente senza addivenire a nessuna conclusione fra risate, baci e sguardi muti a guardarsi dentro. E fecero ancora all’amore, allegramente, ma non troppo.
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Sono passati di qui
IMettessi te teoria. Perché due anni e non uno, o tre?
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Scientificamente provato. Non so perché 🙂
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quali prove scientifiche sono state addotte per stabilire il termine dei due anni? Curiosità per curiosità. Certo che due amanti non possono durare all’infinito. e dopo due anni – o forse prima – ci si può lasciare senza strascichi.
A parte queste considerazioni. Il racconto mi è piaciuto un sacco. Tra la sbattuta con violenza invocata da Anna e il sesso senza allegria di Michele ci sta tutta la fine della relazione.
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Grazie della tua lettura attenta, la tua sintesi mi pare perfetta. Sei il lettore che ogni blogger desidera. Sinceramente grazie di passare di qui. 🙂
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Mi fanno piacere le tue parole 😀
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🙂
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L’ho sempre sostenuto, che le donne si annoiano degli uomini dediti 🙂
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Credo che Anna abbia ragione.
Bel racconto 🙂
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Grazie 🙂
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Julian Vlad dice una grande terribile verità sui rapporti sessuali tra uomo e donna, vale anche per i rapporti d’amore? C’è una qualche differenza? Di fatto il tuo racconto è secco e asciutto e dentro io non vi ho trovato nemmeno un grammo di sentimento condiviso. Ci sono due solitudini che gestiscono un coito: situazione comune descritta benissimo.
Accettare l’evidenza ci libera? Alessandra si limita a dare ragione ad Anna, ne ho sentite centinaia donne dire così e poi comportarsi in modo opposto.
Ho sentito altrettanti uomini che hanno deciso di essere solo maschi ( non mi sembra un’opzione sbagliata in questo contesto)…il rischio è che trascendano verso una violenza ferina che oggi sale alla ribalta delle cronache un giorno sì e l’altro pure.
La verità è che quello che hai scritto mi ha eccitato prima e lasciato poi con una terribile malinconia dopo. Non so se mi è piaciuto di più il racconto o lo Schubert di fondo ma questo non ha nessuna importanza. Resta solo la malinconia.
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Benvenuto qui Enzo e grazie per il tuo bel commento in cui hai saputo partendo dalle mie povere righe affrontare un tema ricco di prospettive quale è il sesso e le relazioni interpersonali. Sono contento che il racconto ti abbia emozionato e ti abbia lasciato da pensare, che in fondo è l’obiettivo di un blogger o di chiunque provi a condividere ciò che scrive. Mi fa piacere tu ci abbia trovato anche la malinconia ma mi dispiace tu ci abbia potuto trovare una possibile trascendenza verso la violenza che non era nella consapevolezza di chi scrive. Grazie ancora 🙂
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Anch’io non ho trovato sentimento. Nel bellissimo racconto si intende!
E’ pura attrazione sessuale. Questa Anna, stranamente, pensa esattamente come un uomo. Forse esistono donne così, non metto in dubbio. Ma io credo che la maggior parte di noi, prima di fare sesso fa l’amore.
Oppure questa Anna è lontana dal mio modo di pensare.
Può essere ma questo, dal punto di vista femminile, è ciò che potrebbe succedere in un rapporto occasionale. Dopo due anni, senza sentimento, sarebbe bastato fingere un forte mal di testa.
Ci sono donne che danno l’addio in questa maniera?
☺☺☺
Ciao, comunque magnifico pezzo.
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Interessante il tuo intervento, sai mettere in luce una latenza nel mio personaggio: il pensiero femminile. Grazie ancora di esserti fermata qui.
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No, magari non è una latenza… può essere che qualcuna la possa pensare anche così, era un punto di vista un po’ calcato che mi sono sentita di esprimere. Un salutone carissimo.
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Grazie a te Nadia, sei la benvenuta 🙂
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Tradimento deriva dal latino trâdere, che indica ‘dare, affidare, consegnare‘.
Così come avvenne tra Giuda Iscariota che consegnò Gesù – detto il Cristo – alle guardie di Caifa con l’accusa di ribellione verso l’ordine costituito.
Per cui Anna consegna cosa e a chi?
Oppure, Michele (Che potrebbe sembrare il toy boy di turno) ha consegnato chi?
Una relazione, questa, che parla di stanchezza e di ovvietà e di abitudine consumata. Almeno da parte della componente femminile.
Poi sarebbe tutta da vedere e soprattutto le fonti e le loro esegesi, di ‘chi’ si arroga il diritto di sostenere che in due anni una relazione termina.
Stiamo trattando di una variabile talmente vasta che potremmo smentire l’assunto:
1°) – La relazione potrebbe terminare dopo le prime due ore
2°) – Con una buona (quindi non eccelsa) intesa sessuale potrebbe durare decenni, nell’ambito di una cornice entro lo sfondo di un connubio certificato (Ben leggasi: matrimonio).
In ogni caso, se posponessimo i nomi in una epoca diversa e in una location statunitense, personalmente, ci ricordò il film “Il Laureato“, (con Dustin Hoffman e Anne Bancroft) con la differenza che, in quel caso, la colonna sonora non è Schumann, bensì Simon & Garfunkel e la loro Mrs Robinson!
Da notare che, in quel caso, i nomi di Anna (Annie Bancroft) e Michele (Mike Nichols, l’autore) compaiono comunque.
(Ne suggeriamo, in questo contesto, la visione)
Un buon racconto parlante, congratulazioni.
Ispirato?
Buona giornata e cordialità
Il Milord
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In aggiunzione al commento di cui sopra
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Vi affiliammo al nostro umilissimo spazio web.
Cordialità
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Grazie
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Grazie del tuo contributo, acuto, approfondito, simpatico. Riguardo alla regola di Anna, se vogliamo considerarla scientifica, occorre tener presente che nei comportamenti sociali la regola è sempre statistica, quindi non può esser confutata dal caso singolo che viola la legge ma andrebbe valutata su campione vasto. Bella l’analogia che trovi attraverso i nomi con il film Il Laureato. Giuro che non ci pensavo affatto, perchè i miei due personaggi li vedevo equilibrati sia nell’età che nei comportamenti. Ma il lettore sa sempre scoprire prospettive che l’autore non conosceva. Grazie ancora di esser passato di qui. 🙂
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L’ho riletto, ho letto alcuni commenti e resto della mia idea 🙂
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. Il più bel complimento per me è che tu lo abbia letto ancora. Grazie .Ale.
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Sai scriver bene, l’ho sempre detto! Un saluto
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Sei sempre stata generosa con me. Grazie 🙂
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Sì, ci sono anche donne che a volte mettono da parte il sentimento. Non sono Anna, non lo sono stata, ma ci sono tante Anna al mondo che invidio un po’ perché riescono ad arginare le cose che non hanno senso d’essere.
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🙂
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Delizioso, intrigante, assai credibile nei comportamenti e nei risvolti psicologici contrapposti, crudelmente veritiero nell’assioma finale.
ml
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Grazie 🙂
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ma dai! sono arrivata qui seguendo un link…
che racconto sfizioso… diverso1 crudo, ma vero…
ho letto anche i commenti…
sono daccordo con anna… altrimenti non sarebbe piu amante, ma amore…
e poi dipende anche da cosa si scappa e cosa si cerca, trovando un amante… se poi ci si innamora non si parla piu di amante, ma torniamo all’amore…
mado che mi sono ingarbugliata! ahaha!
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Un vero piacere che tu sia finita nel mio blog. Grazie della tua vivacità 🙂
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