Manò

1982 World Cup Final. Madrid, Spain. 11th July, 1982. Italy 3 v West Germany 1. Italy's Paolo Rossi celebrates after scoring the opening goal in the World Cup Final.Stanotte ho scritto una storia bellissima. Era una storia di alte cime innevate e di mari del Sud, di pescatori e di sciatori, di fratellanza e di colori.  Stamattina al risveglio non l’ho trovata e non riesco neppure a ricostruirla, ho perso la logica di quegli argomenti che risolveva tutto. Ma no, probabilmente l’ho solo sognata ma non  l’ho scritta e non saprò mai se applicassi quelle logiche oniriche che al mattino non valgono più oppure se avessi davvero trovato il famigerato capo del gomitolo aggrovigliato. Avrei dovuto scriverla davvero così stamane potrei saperlo se era solo un’allucinazione.
Ma no, non ho fratelli che salivano in funivia e neppure ho fratelli Top Gun che volteggiavano impavidi sulle Alpi, però nel 1998 non avevo dubbi, ero indignato, protestavo e chiedevo una giustizia che non si fermasse davanti ad un’uniforme. Non mi nascevano dubbi a proposito, forse perché ero più giovane. Ma no, non ho fratelli pescatori nel Mar Indiano e non sono fratello di fucilieri. Se fossi con le uniformi oggi sconfesserei me stesso del 1998 quando ho creduto in un’ingiustizia e probabilmente tradirei anche la mia infanzia perché venuto su a pane e Salgari. Se da ragazzino sentivo di essere quel portoghese che dritto sul ponte di un praho con l’eterna sigaretta fra le labbra sfidava sprezzante la mitraglia inglese perché aveva scelto di stare con i pirati malesi contro il colonialismo bianco, ora come faccio a comprendere le missioni di anti-pirateria negli stessi mari? Lo so, non è facile stare da una parte. L’empatia è un riflesso condizionato che ti fa stare con le vittime ma spesso le vittime sono su entrambi i fronti. Marò, non siamo alla finale dei mondiali ed è difficile stare con voi anche se è difficile starvi contro, la galera non risolve niente e non la si augura a nessuno specie quando è una condanna senza sentenza.

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20 risposte a Manò

  1. menteminima ha detto:

    Quel “marò” mi confonde.
    Troppe volte tu non scrivi.

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  2. sherazade ha detto:

    Ricordo il Cermis, Ricordo molti ‘incidenti aerei e condanne che nn arrivano mai.
    I d’ogni vanno subito trascritti lo sapevi ?

    Sherafigliadipilotafreccetricoloriaereocadutoakindu

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  3. mobybic ha detto:

    è vero, in certi casi è difficile stare da una parte o dall’altra, le prove oggettive possono aiutare…intanto c’è da dire che i top gun non li hanno lasciati alla giustizia italiana.
    volevamo invitarti al nuovo giro di racconti, ci farebbe piacere averti con noi (ché quella parmigiana l’abbiamo gustata anche se non l’abbiamo potuta mettere nel menù 🙂
    qui trovi il tema
    http://mimettoingioco.wordpress.com/2015/01/04/racconti-per-il-nuovo-anno/

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  4. tramedipensieri ha detto:

    …ci si sente defraudati di verità…

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  5. aliota ha detto:

    chissà perché ho pensato a Lord Jim… e non c’entra niente, lo so.
    capita anche a me di scrivere con la fantasia racconti bellissimi e poi non riuscire a ricostruirli davanti ad un foglio bianco.
    ciao lupacchiotto!

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  6. massimolegnani ha detto:

    probabilmente occorrerebbe proprio scriverla nel sonno, disegnarla, la linea che in equilibrio abbraccia i torti e le ragioni e trova il modo di conciliare i diritti altrui e i nostri senza farci cadere in contraddizione.
    ml

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  7. newwhitebear ha detto:

    E’ vero non ci si può adirare per il Cermis, solo perché ci ha colpito nel profondo e non usare lo stesso metro per i fucilieri italiani. In realtà in questo caso la giustizia non ha fatto il suo corso. Sono o non sono colpevoli (per eccesso di zelo) della morte dei pescatori indiani?

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  8. gialloesse ha detto:

    C’è da dire che gli indiani non si stanno certo comportando bene mi pare. A discapito ti tutta la sapienza mistica con la quale hanno rotto le scatole per secoli alla resa dei conti dimostrano poi di essere soltanto dei selvaggi.

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  9. Alessandra Bianchi ha detto:

    Non sei mai banale, caro amico.

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  10. stileminimo ha detto:

    Io lo so da che parte stare: io sto con madama Giustizia, anche se questa a volte è ben lontana da dove stanno le divise, ma a volte con le divise ci va a braccetto. Ci sono questioni che una persona può risolvere solo con la propria coscienza e non ci son divise o paletti sociali che tengano. Certo ci vuole un po’ di coraggio, a dir le cose come stanno, o come le si pensa davvero. Io, poi, Salgari l’ho conosciuto da grande, che non c’erano libri a casa mia e son diventata un corsaro nero guardando i serial in televisione… e poi Sandokan e via discorrendo. Marianna mi sembrava troppo succube. Anche lì si stava dalla parte degli oppressi, di quelli che subivano e che si volevano ribellare alle divise inglesi, perchè in quel caso le divise non stavano dalla aprte dei giusti, così come non stavano dalla parte dei giusti quando hanno sterminato gli indiani d’America e potremmo fare altre mille esempi. Niente è mai o tutto bianco o tutto nero e le diverse sfumature di grigio non servono solo a scrivere best seller a safondo erotico; servono anche a capire da che parte stare, all’occorrenza.

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