Non è un sentimento di cui andar fieri così non ne ho mai parlato con nessuno ma qui voglio confessarvelo: io i vecchi non li sopporto. Ma non è che non li sopporto a causa di qualche loro comportamento specifico, se così fosse, visto che gli uomini son tutti diversi a qualsiasi età, sarebbero solo alcuni e solo quelli che manifestassero in maggiore misura quei comportamenti a me odiosi, a suscitare la mia repulsione. Invece no, io non li sopporto in toto, tutti loro mi fanno lo stesso effetto. Io non sopporto il vecchio in quanto tale senza distinzioni nel comportamento e nel ruolo sociale che occupa. è una specie di allergia che si manifesta come repulsione fisica. Così mi snerva quell’incedere incerto e malfermo ma allo stesso modo non sopporto il vecchio in perfetta salute che ostenta il suo fisico asciutto, i suoi muscoli allenati che si stendono nell’esercizio dello jogging. Mi annoia il vecchio che con saggezza sa centellinare i suoi interventi in una conversazione, che sa in maniera appropriata esemplificare un concetto avvalendosi della sua ricca aneddotica personale, così come mi indigna il vecchio cialtrone poco lucido che sbraita stupidaggini in luogo pubblico. Mi è antipatico il vecchio divoratore di saggi quanto l’appassionato di enigmistica, il cultore di opera lirica quanto il ballerino di valzer, la dolce nonnina con il nipotino al parco quanto il misantropo cronico, il giocatore al lotto quanto il giocatore di scacchi, l’ipocondriaco quanto il mi-sento-un-ragazzo. Le rughe scolpite dalla salsedine sul volto di un marinaio, le mani nodose del contadino, la coppietta ancora mano nella mano dopo una vita insieme, qualcuno dice che è poesia, io so trovare solo la rima con geriatria. Non pensiate che la mia repulsione poi si moduli in base alla vicinanza che ho con il vecchio in questione, faccia parte della sfera dei miei affetti oppure sia un perfetto sconosciuto, solo la visione del suo colorito inopportuno, il suono del suo parlare incespicante, l’avvicinarsi del suo passo fragile o altero che sia, mi mettono addosso una gran voglia di essere altrove. Tutti mi fanno lo stesso effetto, a cominciare dal primo italiano con la sua commozione vibrante, la sua figura istituzionale, la sua capricciosa caparbietà a voler restare al suo posto piuttosto che tornarsene a casa dove l’attenderebbero una comoda poltrona, la sua copertina a scacchi sulle ginocchia e mille attività più gratificanti per lui e l’intera nazione, che fossero leggere e scrivere libri piuttosto che perdersi nell’orizzonte curvilineo di una badante presidenziale. So che sbaglio e che questo è un difetto mio e quindi cerco di tenerlo a freno, non crediate che vado in giro a maltrattare la terza età, mi limito ad evitarla.
Poi un pomeriggio al Campo Polisportivo comunale mi accomodo su una panchina a lato di un campo di bocce dove è in corso una partita. Una decina di persone tra giocatori e osservatori popolano il campo, età media 70 anni. Il gruppetto si sposta da un lato all’altro del campo al cambio di set, commentano, giocano, scherzano, definiscono strategie o semplicemente osservano in silenzio. Si muovono con lentezza nei loro abiti eterni, sembrano fragili e stanchi nei movimenti con negli occhi il velo di soggiorni ospedalieri troppo recenti. Ma all’atto del tiro assisto alla metamorfosi. Il braccio si stende per poi irrigidirsi senza alcun tentennamento al lancio della boccia, le dita in perfetto sincronismo la lasciano volar via nell’istante opportuno, non un momento prima, non un momento dopo da quello calcolato conferendole la forza viva richiesta che il tiro sia un fragoroso bocciar via quella dell’avversario oppure che sia il millimetrico e lento posizionamento del punto. Li guardo a bocca aperta trasformati in statue classiche nella fissità della postura del lancio con lo sguardo sulla boccia fino a che questa non esaurisce la sua traiettoria, per poi vederli ricomporsi dopo il prodigio, allontanarsi con un sorrisetto sornione in silenzio oppure gradassi commentare il colpo irridendo l’avversario. Ed è al momento del lancio che li ho smascherati, ché non si son potuti più nascondere, non sono tornati ma sono stati quello che non hanno mai smesso di essere, mi ingannavano ma non hanno potuto più fingere e son dovuti tornare veri nel gioco. Così li troverà la vecchia senza naso, beffardi ed irridenti giocatori nell’atto di mettere il punto o di bocciar via la paura. Devo assolutamente imparare a giocare a bocce, prima che sia troppo tardi.
Ė proprio vero che i vecchi bisogna ammazzarli da bambini.
Lo sapevo io che avresti fatto un gran post!
… Perché non organizziamo un suicidio di massa? Come uni spiaggiamento di vecchi? Io e te aprifila?
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Grazie del commento benevolo.
Per lo spiaggiamento insieme ci sto di corsa, c’è solo da scegliere la spiaggia, io ho già 2 opzioni: alto Adriatico o basso Tirreno ?
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Perché una spiaggia caraibica pare brutto?
Il commento non è benevolo, sai bene quanto antipatica io possa essere!
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Mi dicevano che la primavera fa miracoli, non ci credevo ma devo ricredermi, anche l’antipatia può essere un malanno stagionale. 🙂
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M dai! Non ci credo. Perché non conosci Sirio, Loriano, Vasco e Pennello. 🙂
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No, non li conosco. Chi sono ? Gli elfi delle tue montagne ? 🙂
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Concordo con Menteminima. I vecchio dovrebbero essere uccisi da bambini. Così il mondo sarebbe popolato solo da neonati, finché anche l’ultimo di loro non estinguerà la razza umana,
Cosa ci puoi fare? O decidi che arrivato all’età X, ti suicidi oppure anche tu finirai tra i vecchi, quelli che ballano o giocano a bocce oppure passano il loro tempo nei centri commerciali.
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Il pensiero di MM come sempre si offre anche ad un’altra lettura; “I vecchi dovrebbero rimanere bambini fino alla fine”, che è quella meno cruenta che preferisco. Grazie di esser passato 🙂
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Insomma gli eterni Peter Pan. però verrebbero a noia anche in questa veste.
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come tutto e sempre
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che poi come l’hai scritta tu “i vecchi dovrebbero essere uccisi da bambini” si presta anche ad un’altra interpretazione: un plotone di bambini che gira armato a sterminare vecchi.
interessante.
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Diamine, quante interpretazioni!
Li lasciamo vivere questi poveri vecchietti?
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Si, importante riflessione ! Assolutamente vera nella prima come nella seconda parte.
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Grazie, sempre generoso nei tuoi commenti 🙂
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i vecchi hanno il difetto di mostrarci come presto o tardi saremo anche noi.
ecco forse ci salveranno le bocce o qualunque altra cosa che ci mantenga bambini.
piaciuto.
ml
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Grazie 🙂
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io invece non sopporto quei giovani che stanno per diventare vecchi , se ora sono insopportabili e senza senso figuriamoci ad una certa età…spero per loro di non incontrarli mai nel mio cammino
PS ….so che sarò vecchia anche io un giorno , per questo non mi tollero già da ora !!!!! ^_^
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Difficile poi stabilire quale è il momento in cui da giovani si diventa vecchi, ma … Grazie del tuo commento 🙂
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😉
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Non c’è che un modo per non invecchiare… 😀
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Insolito ma molto, molto bello!
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Grazie, grazie, grazie 🙂
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Vecchi saremo anche noi…qualche volta lo siamo nell’anima prima di esserlo nel fisico e per anagrafe. Quando non “guardiamo ” il mondo con occhi e cuore giovani.
Le tue parole colpiscono sempre……..al cuore anche quando vuoi farle sembrare ” aride”.
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Sempre benevola nei tuoi commenti, grazie. Grazie sopratutto delle tue considerazioni su come “guardare” il mondo. Buona Primavera a te 🙂
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