Regola fondamentale è non fare una recensione di un libro senza averlo prima letto. Perciò questa non è una recensione, è un sospetto. Tutti quelli che hanno letto il libro di esordio di Paolo Giordano aspettavamo con curiosità il suo secondo libro ed io fra questi. Dopo esser stato avvinghiato nella lettura della “Solitudine dei numeri primi” lo aspettavo con trepidazione, anche per capire se la sua scrittura fosse risultato di un’abile seduzione stilistica o scaturisse da impeto interiore. Non mi convince. Ora mi scaturisce un sospetto, la copertina platinata, il titolo accattivante, la sua intervista in tv. Ora mi assale un terribile dubbio: Giordano potrebbe rivelarsi uno scrittore di “best seller” pre-confezionati. Direte che basta leggerlo per risolvere il dubbio, ma per leggerlo devo comprare e sarebbe come farsi assassinare per smascherare un assassino. Devo trovare una soluzione.
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Sono passati di qui
fidati dell’istinto…
Non lo comprare…
(risparmio e delusione evitata assicurati)
(dico io…)
😉
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io non lo metto neanche nella lista dei possibili…(a me il primo ha deluso, tutto quel parlarne)
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Sono nella tua stessa condizione. A me “la solitudine dei numeri primi” invece era piaciuto. Potrei aspettare di prenderlo in prestito in biblioteca oppure da un’amica. Insomma, le prime 50 pagine gliele concedo e vediamo cosa accade.:-)
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Io aspetterei un po’, meno tamtam mediatico e la testa è più libera di attingere. La solitudine l’ho trovato sopravvalutato di molto, credo che più di tutto sia stato il contenuto a colpire, a vendere -ben scritto per carità, ma quanti altri?- non so, ho pensato che la sofferenza psichica ha un grande successo di pubblico, sempre. Il suo secondo lo leggerò anche io ma non ora che costa così tanto. Poi confrontiamoci però. Se parla di dolore psichico anche questo però vuol dire che c’è un bug…
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senti tu, ma nella costruzione psicologica dei protagonisti ci sono o no delle forti incoerenze? se ricordo bene soprattutto nel maschio.
è da più di un anno che aspetto un confronto con qualcuno di “tecnico”.
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Comprai “La solitudine dei numeri primi” un anno dopo la sua pubblicazione, la curiosità prevalse sulla mia idiosincrasia un pò snobista verso i best-seller. Cominciai a leggerlo e leggendo mi convincevo che stavo leggendo “Incompreso”, ovvero un libro scritto apposta per impietosire il lettore rimpinzato di tutti i possibili dolori giovanili senza essere Dickens. Ma a metà del libro ero completamente preso dalla storia dei due. La scrittura semplice e diretta della narrazione l’ho trovata coinvolgente. La solitudine dei due personaggi viene espressa in maniera eccellente, le pagine narrano la storia dei due giovani inesorabilmente soli e legati con un silenzio di sottofondo che accompagna il lettore. L’intreccio narrativo ben costruito. L’ho definito: -una staffilata al cuore-
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..ordinalo in biblioteca…
mi sembra il giusto compromesso…
bacione..
m.
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La mia soluzione, drastica come quasi tutte quelle che prendo da un po’ di tempo, è non acquistare mai best-sellers, nemmeno dopo che un anno o due ne hanno fatto svaporare l’allure mediatico. Oggi scrivono in tanti, in troppi, abbastanza pochi arrivano a pubblicare e credo non siano i migliori. Come li scelgono? Boh, secondo me se non fai parte del giro giusto non pubblichi, poi il marketing crea il capolavoro. E quella sensazione di deja lu di cui parlavi, alla lunga è fastidiosa assai. In letteratura come in natura nulla si crea e nulla si distrugge, è vero, ma non si combina nemmeno a tavolino.
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La solitudine dei numeri primi mi era piaciuta.. anche io l’ho letto molto dopo la sua uscita, mi è stato regalto. Come te mi viene istintivo snobbare i bestsellers con grossi lanci pubblicitari, mi fido molto di più del passaparola tra i lettori. Però sono solita dare almento tre chances all’autore. Ho visto crolli subitanei e crolli dopo il terzo libro. Non è facile scrivere bene, non è possibile scrivere libri sorprendenti uno dietro l’altro, si finisce con standarzziarsi su una trama con semplici varianti.
L’ultimo esperimento cosciente di letture sono state Le 50 sfumature (grigio, nero, rosso) assolutamente prese in prestito da una collega…si evince una scrittura a più mani lampante, il terzo poi.. pur di protrarlo hanno continuato a ripetere per pagine le stesse cose. Incongruenze madornali.
questo qui vorrei leggerlo prima di cestinare l’autore in quanto nel primo ho scorso dei passaggi e delle immagini molto particolari e interessanti.. lo metto nalla lista dei reglai di natale 🙂
fammi sapere se lo leggi prima
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Ebbene l’ho letto 🙂 Sono andato a ricercare il tuo commento perché mi ricordavo di aver preso come impegno di commentarlo nel caso lo leggessi ed è accaduto. Mi ha levato dal dubbio un’amica che mi ha regalato il libro qualche mese fa e così l’ho letto. Come mi accadde per i “Numeri primi” anche la lettura di questo libro è andata al rilento per la prima metà, poi l’altra metà divorata in un paio di sere. Giordano sembra tessere la sua rete nella prima parte del libro per poi catturarci il lettore che rimane invischiato nell’introspezione dei personaggi. Sicuramente la sua lettura vale la spesa. Mi è piaciuto 🙂
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Sono contenta che ti sia piaciuto. E’ proprio come dici: la prima parte è faticosa, la seconda ripaga la fatica.
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Caspita. Non credevo qualcuno rispondesse ad un commento su un post tanto vecchio. Sì, anche se ho rischiato di abbandonarlo nella prima parte poi nella battaglia e nel post guerra mi ha preso ancora una volta Giordano 🙂
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le biblioteche in questi casi risolvono il dilemma…
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la solitudine non mi era piaciuto.
alcune cose gliele avevo perdonate in quanto primo libro, ma altre no.
mi unisco al club di quelli che snobbano a priori i casi letterari dell’anno, questo l’ho letto perchè me l’hanno prestato e mi pareva brutto rifiutare.
ti direi di lasciar stare o almeno di prendere tempo. aspetta, vedi come va, fai un giro, se proprio proprio tra qualche mese la curiosità ti è rimasta, allora fattelo prestare da qualcuno.
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Anch’io non l’ho letto, però amici fidati mi hanno detto che è un buon libro. L’impressione è che questo libro non venderà tanto quanto il precedente proprio perché meno ammiccante e “commerciale”. Poi i fenomeni come “La solitudine…” sono poco calcolabili e prevedibili.
Comunque si conferma uno scrittore di livello. Non creiamo pregiudizi forzati. Da lettore trovo anche tanti autori sopravvalutati e recensiti solo perché pubblicano per qualche piccolo editore “che fa figo”.
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Potresti fare come quel tale che disse: “Non l’ho letto e non mi è piaciuto”
Labileescarno.wordpress.com
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Anche io avevo parecchi dubbi, poi l’ho letto.
Se può esserti d’aiuto, questo è il risultato:
http://righeorizzontali.wordpress.com/2013/09/24/il-corpo-umano/
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Grazie del tuo passaggio. Intanto mi hai fatto ricordare che poco tempo fa questo libro mi è poi stato regalato ma non ancora letto. Ora il dubbio è sciolto definitivamente: lo leggerò 🙂
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E se avrai voglia di recensirlo, leggerò volentieri i tuoi commenti. Grazie a te.
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